domenica 16 luglio 2017

AD OSTRA IL TRAFFICO VEICOLARE DEVE ANDARE "PERDINSU'" O "PERDINGIU?

Ostra, il paese marchigiano di impianto medioevale nel quale sono nato, è teatro in queste settimane di una avvincente "querelle" che può essere sintetizzata nel dilemma: "ad Ostra la circolazione veicolare deve andare "perdinsù" - come è sempre andata - o "perdingiù"-  come previsto da una recente delibera dell'amministrazione comunale - ?
Gli ostrensi di tutte le età mi hanno capito perfettamente; per chi di Ostra non è, preciso:
il borgo ha l'impianto urbanistico tipico dei borghi medievali: edificato su un colle (193 m.s.m.) circondato da mura con due porte principali di ingresso: una nella parte "bassa" e una nella parte "alta"(abbiamo detto che si sviluppa su un colle).
Nel caso di Ostra la porta di ingresso dalla parte "bassa" è quella davanti alla quale si trova il visitatore che proviene da Senigallia  e dalla valle del Misa, la porta di ingresso dalla parte "alta" è quella che accoglie il visitatore che proviene da Jesi o comunque dall'interno. Da sempre, e con soddisfazione di tutti, la circolazione dei veicoli è andata "perdinsù". Il viaggiatore che proveniva da Senigallia arrivava all'ingresso del paese dopo dieci chilometri di pianura e tre chilometri di dolce ascesa e aveva questa opzione:
- o entrare in paese imboccando il Corso, Corso Mazzini, la prima parte in leggerissima salita, la seconda parte con una pendenza un po' più marcata, in tutto quattrocento metri circa. Ciò consentiva di dare un primo sguardo alla bellissima chiesa barocca di San Filippo Neri, alla collegiata di Santa Croce (XIX secolo), alla chiesa romanica "del Crocefisso, tutte nella prima parte del Corso, ai bei palazzi nobiliari Luzi, Pericoli, Antonini, gettare un occhio nelle vetrine dei negozi e vedere la torre civica, ubicata su un lato di Piazza dei Martiri, avvicinarsi sempre di più in un contesto estetico quantomai gradevole. Arrivato in Piazza o parcheggiava andando a scoprire a piedi le bellezze del luogo o voltava a destra, imboccava via Gramsci e usciva dal paese dal "mercatale" coincidente con la zona della porta "alta" dove poteva parcheggiare o proseguire per Jesi e l'interno
- la seconda opzione che aveva il viaggiatore proveniente da Senigallia era, all'ingresso del paese, quella di non entrare dal Corso, imboccare la circonvallazine di ponente, che trovava a destra del Corso, ed arrivare così al mercatale.
Un impianto di questo tipo consentiva tra l'altro alle autorità di bloccare l'ingresso dal Corso ogni volta se ne fosse manifestata la necessità, non isolava il Corso e gli esercizi commerciali che sul Corso hanno sede, il parcheggio in piazza poteva essere gestito dal comune con flessibilità e, sul piano della sicurezza, percorrere il Corso "in salita" era più sicuro che percorrerlo in discesa, soprattutto in inverno.
Coloro che arrivassero ad Ostra da Jesi e dall'interno, di gran lunga meno numerosi, giunti al mercatale potevano imboccare la circonvallazione di levante fino alla porta "bassa" e lì scegliere l'opzione più rispondente alle loro esigenze. Troppo facile.
La nuova amministrazione, una lista di Centrosinistra guidata da un sindaco trentaduenne, ha ritenuto che bisognasse rovesciare tutto. Ad Ostra la circolazione veicolare deve andare "perdingiù".
Si entra dalla porta del "Mercatale" si mbocca via Gramsci in senso contrario rispetto a prima, si arriva in piazza e ci si butta temerariamente in discesa lungo il Corso alla fine del quale si esce dal paese attraverso la porta "bassa". Si può scegliere di scendere fino alla porta percorrendo via Don Minzoni, parallela del Corso sulla sua sinistra guardando dall'alto. Così io l'ho capita Perchè mai una simile rivoluzione? Questa non l'ho capita. Risultato: sollevazione popolare, centinaia di commenti su "Facebook" sul quale vengono pubblicate foto che evidenziano come a qualsiasi ora del giorno e della notte  per il Corso non passa praticamente più un' auto con estrema gioia dei commercianti e dei residenti storici che vedono Ostra"morire"
A questo punto ci si aspetterebbe che il sindaco, giovane e di sinistra, cerchi un confronto con i suoi concittadini per trovare la soluzione migliore. Nemmeno per sogno. Arroccato nel suo Palazzo d'inverno come uno czar russo.
Allora mi permetto, da ostrense lontano fisicamente ma sempre presente nello spirito, rivolgermi al giovane sindaco ricordando che riconoscere un proprio errore è segno di forza non di debolezzza, specialmente in un amministratore pubblico. Perchè.............mi creda: la nuova viabilità è come la corazzata Potemkin..................una c................pazzesca.

2 commenti:

  1. Plaudo alla lucidissima descrizione a all'altrettanto incisiva analisi, permettendomi di condividere il post sulla mia pagina facebook. Saluti da un compaesano che la stima.

    RispondiElimina
  2. Grazie, Simone, per la stima. La condivisione è per me un onore

    RispondiElimina